giovedì 11 maggio 2017

I gruppi albanesi


Un elevato tasso di aggressività caratterizza i gruppi albanesi, la cui forte spinta espansionistica, quanto ad ambiti di intervento e ad aree di influenza, ne rende particolarmente visibile la presenza entro i nostri confini. Ciò ha consentito un accurato monitoraggio delle caratteristiche criminali di tale etnia, di recente oggetto di approfondita analisi da parte della D.I.A.
La criminalità albanese desta particolare preoccupazione soprattutto nel Mezzogiorno, sia per la spiccata capacità di intessere rapporti di collaborazione con i sodalizi italiani, sia per la possibilità di contrasti con le consorterie locali per il controllo del territorio o di alcuni settori di attività. Intanto, in varie realtà del Centro-Nord gli albanesi hanno già egemonizzato lo sfruttamento della prostituzione e diversi ambiti microcriminali, oltre a gestire una gran parte degli ingenti e remunerativi commerci di armi e stupefacenti dall'area balcanica, sovente associati al traffico dei clandestini, secondo una strategia che sfrutta le difficoltà di contrastare questo fenomeno. Già da tempo, inoltre, la criminalità albanese si mostra proiettata verso nuovi e più redditizi spazi, anche oltre i confini alpini, specie nel mercato della droga, mostrando caratteristiche in grado di costituire vere e proprie consorterie organizzate di tipo mafioso.
Le attività criminali di maggior impatto e visibilità rimandano, in primo luogo, allo sfruttamento dei canali dell'immigrazione irregolare per una serie di altri traffici dall'area balcanica e, soprattutto, per l'immissione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti sul mercato italiano. Tuttavia, dai dati statistici forniti dal Ministero dell'Interno, è possibile notare una partecipazione diffusa degli albanesi in tutte le tipologie di reato. Le segnalazioni di reato presenti nello schedario "ar.po." delle forze di polizia riguardanti i cittadini albanesi, testimoniano un progressivo incremento dal 1992 al primo semestre del 1998.
La disaggregazione per regione consente di individuare le aree di maggiore insistenza della malavita albanese: già nel 1992 la Lombardia era la regione più interessata dalla delittuosità dei gruppi albanesi, insieme al Friuli Venezia Giulia, il Lazio, il Piemonte e la Puglia. Dal 1993, esclusa la Lombardia, che si manterrà per tutto il periodo considerato la regione maggiormente interessata dalla criminalità albanese, si nota uno spostamento in termini di valori relativi verso le regioni quali l'Emilia, la Toscana, il Piemonte, che diventano luoghi di presenza costante di questa criminalità.

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