Particolare rilievo assume la "mafia
russa",
le cui proiezioni operative interessano in misura preoccupante il
nostro Paese.
Le varie mafie etniche dell'ex URSS hanno
registrato una crescita esponenziale in correlazione con
l'instabilità economico-politica dei luoghi di origine. Forti di
un'organizzazione che si sostanzia in un vero e proprio sistema
illegale, queste organizzazioni criminali sono direttamente inserite,
oltre che nei tradizionali ambiti delittuosi, anche nei traffici di
materie prime, nella produzione alimentare, nelle imprese di
trasporto, nell'importazione di beni di consumo e di apparecchiature
elettroniche, nelle attività bancarie, assicurative e finanziarie.
All'estero, si muovono essenzialmente con i tratti e le metodologie
delle grandi holding affaristico-finanziarie, nella
prospettiva del sistematico reinvestimento dei proventi delle
attività illecite nei settori legali. La rimarchevole caratura
transnazionale, la capacità di inquinamento dei circuiti legali e la
rete di connivenze con alcuni apparati, fanno dei sodalizi russi un
vero e proprio sistema economico-criminale, caratterizzato
dall'osmosi tra componente delinquenziale e segmenti
affaristico-finanziari.
Per quanto riguarda il nostro Paese, uno studio
condotto dall'Osservatorio permanente sulla criminalità
ha posto in luce come il territorio nazionale costituisca per questi
gruppi essenzialmente ambito operativo di "secondo livello"
e ne subisca il radicamento in settori di minore visibilità sul
piano dell'ordine pubblico, ma di notevole incidenza sulla sicurezza
economica nazionale. In particolare, la penetrazione nel campo
immobiliare e nelle infrastrutture turistiche, nonché nei mercati
finanziari, finalizzata al rinvenimento di sempre nuovi e più
sofisticati strumenti per il riciclaggio dei capitali di provenienza
illecita.
La criminalità organizzata russa affianca alle citate
condotte di sfumata percepibilità, attività delinquenziali di più
immediato impatto sociale, come il traffico di sostanze stupefacenti,
anche grazie ad intese con i sodalizi italiani. La stessa
acquisizione di esercizi commerciali sottenderebbe, in alcuni casi,
pratiche estorsive o usurarie. Il traffico di armi, esplosivi e
materiale strategico, proveniente dall'arsenale bellico dell'ex
superpotenza sovietica, rappresenta un'altra attività cui sono
dedite le cosche russe. Importante anche il settore della
prostituzione, dove centinaia di proprie connazionali vengono
introdotte nel Paese e successivamente sfruttate nel sex-business
della prostituzione da strada o nelle attività di
"intrattenimento" presso i locali notturni della riviera
adriatica.
È da sottolineare che la capacità della mafia russa di
infiltrarsi nel tessuto economico-sociale in modo silente è alla
base di una comprovata abilità strategica, la cui prima fase è
costituita dall'insediamento sul territorio. I vari esponenti
malavitosi, infatti, cercano di precostituirsi dei motivi che
legittimino la loro presenza e prestano particolare cura a non
infrangere le leggi dello Stato, per non attirare l'attenzione delle
forze di polizia. Successivamente organizzano matrimoni con cittadini italiani, reclutati, per lo più, tra
soggetti emarginati, in fin di vita o pregiudicati di basso profilo
delinquenziale, al fine di ottenere permessi di soggiorno per
ricongiungimento familiare e, soprattutto, la cittadinanza italiana.
In tal modo si pongono le basi per l'avvio delle diverse attività
delittuose.
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