giovedì 11 maggio 2017

La mafia russa


Particolare rilievo assume la "mafia russa", le cui proiezioni operative interessano in misura preoccupante il nostro Paese.
Le varie mafie etniche dell'ex URSS hanno registrato una crescita esponenziale in correlazione con l'instabilità economico-politica dei luoghi di origine. Forti di un'organizzazione che si sostanzia in un vero e proprio sistema illegale, queste organizzazioni criminali sono direttamente inserite, oltre che nei tradizionali ambiti delittuosi, anche nei traffici di materie prime, nella produzione alimentare, nelle imprese di trasporto, nell'importazione di beni di consumo e di apparecchiature elettroniche, nelle attività bancarie, assicurative e finanziarie. All'estero, si muovono essenzialmente con i tratti e le metodologie delle grandi holding affaristico-finanziarie, nella prospettiva del sistematico reinvestimento dei proventi delle attività illecite nei settori legali. La rimarchevole caratura transnazionale, la capacità di inquinamento dei circuiti legali e la rete di connivenze con alcuni apparati, fanno dei sodalizi russi un vero e proprio sistema economico-criminale, caratterizzato dall'osmosi tra componente delinquenziale e segmenti affaristico-finanziari.
Per quanto riguarda il nostro Paese, uno studio condotto dall'Osservatorio permanente sulla criminalità ha posto in luce come il territorio nazionale costituisca per questi gruppi essenzialmente ambito operativo di "secondo livello" e ne subisca il radicamento in settori di minore visibilità sul piano dell'ordine pubblico, ma di notevole incidenza sulla sicurezza economica nazionale. In particolare, la penetrazione nel campo immobiliare e nelle infrastrutture turistiche, nonché nei mercati finanziari, finalizzata al rinvenimento di sempre nuovi e più sofisticati strumenti per il riciclaggio dei capitali di provenienza illecita.
La criminalità organizzata russa affianca alle citate condotte di sfumata percepibilità, attività delinquenziali di più immediato impatto sociale, come il traffico di sostanze stupefacenti, anche grazie ad intese con i sodalizi italiani. La stessa acquisizione di esercizi commerciali sottenderebbe, in alcuni casi, pratiche estorsive o usurarie. Il traffico di armi, esplosivi e materiale strategico, proveniente dall'arsenale bellico dell'ex superpotenza sovietica, rappresenta un'altra attività cui sono dedite le cosche russe. Importante anche il settore della prostituzione, dove centinaia di proprie connazionali vengono introdotte nel Paese e successivamente sfruttate nel sex-business della prostituzione da strada o nelle attività di "intrattenimento" presso i locali notturni della riviera adriatica.
È da sottolineare che la capacità della mafia russa di infiltrarsi nel tessuto economico-sociale in modo silente è alla base di una comprovata abilità strategica, la cui prima fase è costituita dall'insediamento sul territorio. I vari esponenti malavitosi, infatti, cercano di precostituirsi dei motivi che legittimino la loro presenza e prestano particolare cura a non infrangere le leggi dello Stato, per non attirare l'attenzione delle forze di polizia. Successivamente organizzano matrimoni  con cittadini italiani, reclutati, per lo più, tra soggetti emarginati, in fin di vita o pregiudicati di basso profilo delinquenziale, al fine di ottenere permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare e, soprattutto, la cittadinanza italiana. In tal modo si pongono le basi per l'avvio delle diverse attività delittuose.

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